Capitolo ottavo
“La Teoria delle linee di spinta”. Le quattro linee di spinta imprescindibili e i cinque principi fondamentali della tecnica di gioco del tennis moderno.
I colpi ad esecuzione ottimale.
La teoria delle linee di spinta mette i cinque principi fondamentali al servizio di un’unica logica che analizza e collega tra loro le quattro linee di spinta imprescindibili.
Le quattro linee di spinta sono da considerare imprescindibili tra loro per tutti i colpi a esecuzione ottimale e permettono di eseguirli, nel rispetto dei cinque principi fondamentali, in modo essenziale, con il minimo sforzo necessario per ottenere il miglior impulso di spinta da trasferire alla palla.
Questa teoria mira ad ottenere la qualità tecnica del giocatore, che è determinata dalla precisione del piazzamento dei colpi, dalla velocità di avanzamento e di rotazione delle palle giocate e dalla gestualità pulita ed essenziale, con movimenti fluidi e naturali.
In tal modo il giocatore è agevolato nell’affrontare le palle veloci giocategli dall’avversario, evita di sprecare preziose energie, e può esprimere il migliore livello psicofisico più a lungo; inoltre può evitare alcuni infortuni spesso causati da una tecnica imprecisa.
Bisogna tenere presente che il giocatore si trova a dover subire una situazione determinata da fattori esterni e, ad eccezione solo del servizio dove è lui a determinarla, deve colpire una palla che proviene dall’altra metà campo e che presenta numerose variabili come la traiettoria, il punto di rimbalzo e le velocità di avanzamento e di rotazione, talvolta modificate dal vento.
Questa teoria analizza principalmente i colpi a esecuzione ottimale del gesto tecnico e, secondariamente, per i colpi a esecuzione modificata, in base alle precise variabili esterne, individua le modifiche da apportare alla gestualità.
I colpi ad esecuzione ottimale sono quelli che, per la scarsa incidenza delle variabili esterne, permettono di ottimizzare l’azione sinergica e sono eseguiti con una posizione ottimale del giocatore nei confronti del preciso punto d’impatto palla-racchetta e del preciso punto di rimbalzo che si vuole ottenere nella metà campo dell’avversario.
La posizione ottimale del giocatore, per i colpi a rimbalzo e al volo di diritto e rovescio, a una e a due mani, è dietro e leggermente di fianco rispetto al preciso punto d’impatto palla-racchetta e semplicemente dietro nel servizio e nella schiacciata.
Questa posizione rende possibile, durante l’azione sinergica del giocatore, l’avanzamento della racchetta su un ipotetico binario che la porta al preciso punto d’impatto con la palla, in direzione del suo punto di rimbalzo nell’altra metà campo, applicando la logica della teoria delle linee di spinta e nel pieno rispetto dei cinque principi fondamentali.
(figura delle tre posizioni ideali: 1 - diritto a rimbalzo e al volo, 2 - rovescio a rimbalzo e al volo, 3 - servizio e schiacciata sempre in presenza dell’ipotetico binario con i tre riferimenti)
I colpi ad esecuzione modificata sono tutti quelli eseguiti in assenza della posizione ottimale del giocatore appena descritta.
Le quattro linee di spinta imprescindibili.
Sulle prime due linee di spinta imprescindibili si muove il corpo del giocatore durante l’esecuzione del gesto tecnico che porta la racchetta a colpire la palla.
Sulla terza linea di spinta imprescindibile si muove il piatto corde della racchetta, mentre la quarta riguarda il suo orientamento, dal quale dipende la traiettoria della palla.
La prima linea di spinta imprescindibile è quella sulla quale si sposta l’asse di baricentro del corpo del giocatore che rappresenta il motore principale dell’azione sinergica che sviluppa energia cinetica.
L’asse di baricentro del corpo è perpendicolare al terreno, coincide con il punto a terra posizionato al centro dell’area di appoggio del giocatore, e ne determina l’equilibrio.
(figura dell’asse di baricentro del corpo con il riferimento del punto centrale dell’area di appoggio a terra e della linea perpendicolare al terreno che lo identifica)
Il giocatore, durante l’azione sinergica di esecuzione del gesto tecnico, sposta la sua forza peso da un piede all’altro, muovendo l’asse di baricentro del corpo sulla prima linea di spinta imprescindibile.
(figura dello spostamento dell’asse di baricentro del corpo da un piede all’altro, indicando la prima linea di spinta imprescindibile)
La seconda linea di spinta imprescindibile è quella disegnata ipoteticamente nell’aria dalla mano, nel movimento di chiusura che porta la racchetta a colpire la palla, che deve essere la stessa sulla quale agisce il punto di maggiore pressione della mano sull’impugnatura, passante per l’asse di baricentro della racchetta, come descritto dal principio numero quattro.
(figura della mano e della racchetta che si muovono verso il punto di impatto con la palla, indicando la seconda linea di spinta imprescindibile)
La terza è la linea di spinta imprescindibile sulla quale si muove l’ovale della racchetta, dall’inizio dell’avanzamento verso la zona di massima forza e massima sensibilità, dove va ad impattare la palla, fino a quando quest’ultima non ha lasciato il piatto corde.
(figura del movimento del piatto corde verso il punto di impatto e terza linea di spinta imprescindibile)
La quarta linea di spinta imprescindibile è perpendicolare al piatto corde, quando esso si trova nella zona di massima forza e massima sensibilità al momento dell’impatto, e indica la direzione che prende la palla dopo aver lasciato la racchetta.
(figura della quarta linea di spinta imprescindibile perpendicolare al piatto corde al momento del’impatto)
Compensazione ed ottimizzazione nell’impulso di spinta.
Analizziamo ciò che avviene durante l’impatto palla-racchetta, nei colpi ad esecuzione ottimale, e cerchiamo di stabilire, oggettivamente, come possiamo migliorare questo evento a nostro vantaggio.
L’azione sinergica del giocatore trasferisce un impulso di spinta alla racchetta, sfruttando i segmenti del corpo come leve e l’asse di baricentro del corpo come fulcro.
La racchetta grazie alla velocità periferica del piatto corde, quando colpisce la palla, le trasferisce, con un impulso di spinta, una variazione di moto o effetto dinamico.
(figura del centro, o fulcro, determinato dall’asse di baricentro del corpo, attorno al quale ruota la racchetta con il senso della velocità periferica e l’ampiezza del raggio della grande leva)
(la grande leva è costituita dalle catena dei segmenti, della macchina biologica umana, che, sviluppando energia cinetica, contribuisce a dare velocità periferica all’ovale della racchetta; i segmenti sono: spalla, braccio, avambraccio e mano)
Abbiamo due soli modi per ottimizzare l’impulso di spinta:
- utilizzare la massima ampiezza del raggio della grande leva;
- sviluppare una maggiore velocità periferica.
Proprio per questo nella ricerca del maggior impulso di spinta il braccio e l’avambraccio devono trovarsi allineati durante l’impatto palla-racchetta, formando così un’unica leva con un raggio sicuramente più lungo di quello che si ottiene flettendo l’avambraccio sul braccio; una vigorosa azione sinergica del giocatore permette un gesto tecnico più rapido aumentando così la velocità periferica del piatto corde.
In presenza dei fattori appena descritti e di una corretta posizione dei piedi del giocatore avviene che:
- Nei colpi di diritto e di rovescio a due mani, a rimbalzo, in contro balzo e al volo molto lontano dalla rete, l’asse di baricentro del corpo funge da fulcro nella rotazione della “grande leva” e si muove sulla prima linea di spinta che è orientata su una diagonale divergente rispetto alla seconda linea di spinta, perché si sposta da un piede all’altro.
In tal modo, le due azioni, eseguite contemporaneamente, agiscono da compensazione e ottimizzazione in virtù dell’allineamento della seconda linea di spinta alla quarta, in direzione del preciso punto di impatto palla-racchetta e del preciso punto di rimbalzo della palla nell’altra metà campo.
(con il riferimento della quarta linea di spinta, mostrare la figura dello spostamento dell’asse di baricentro e della rotazione del corpo su di esso, quale compensazione ed ottimizzazione dell’allineamento della seconda linea di spinta alla quarta, per i colpi appena citati, indicando la corretta posizione dei piedi e il senso della rotazione del corpo)
Otteniamo così che, nel pieno rispetto della logica della teoria, la seconda linea di spinta agisce insieme alla terza, ottimizzando l’avanzamento della racchetta sull’ipotetico binario che la porta al preciso punto di impatto con la palla, allineandole così alla quarta linea di spinta, in direzione del punto di rimbalzo della palla nell’altra metà campo.
(figura del binario e orientamento delle quattro linee imprescindibili di spinta per i colpi appena citati)
- Nell’esecuzione del rovescio ad una mano, per un giocatore destro con una corretta posizione dei piedi affiancata rispetto alla rete, l’asse di baricentro del corpo e la prima linea di spinta imprescindibile, si muovono verso il lato destro del giocatore spostandosi da un piede all’altro.
La leva braccio-racchetta con la seconda e la terza linea di spinta si muovono con moto pendolare dalla sinistra verso la destra del giocatore, con la spalla destra che funge da fulcro.
La leggera azione di compensazione e di ottimizzazione è svolta dall’asse delle spalle, che sfrutta come fulcro l’asse di baricentro del corpo. In posizione di apertura l’asse della spalle è leggermente girato verso sinistra e la spalla destra è leggermente più avanzata della spalla sinistra.
Nel momento dell’impatto palla-racchetta l’asse delle spalle è perpendicolare al piatto corde ed allineato alla quarta linea di spinta.
Nel finale del movimento l’asse delle spalle è leggermente girato verso destra e la spalla sinistra è leggermente più avanzata della spalla destra.
(figura dell’asse di baricentro del corpo che si muove sulla prima linea di spinta, e dell’azione di compensazione e di ottimizzazione dell’asse delle spalle nei confronti della seconda e della terza linea di spinta, allineandole alla quarta, indicando la corretta posizione dei piedi)
- Per il servizio piatto, in slice e liftato e per la schiacciata al volo e a rimbalzo vi è il solo meccanismo di ottimizzazione, senza compensazione.
L’asse di baricentro del corpo si sposta in avanti sino al piede che sta sul lato opposto a quello del braccio-racchetta, mentre la grande leva, con il movimento a mulinello, il sollevamento della spalla e la distensione di braccio e avambraccio verso l’alto, porta la seconda e la terza linea di spinta verso l’alto e in avanti, muovendole esattamente sul prolungamento dell’asse di baricentro del corpo, allineandole in tal modo alla prima e alla quarta.
(figura dello spostamento dell’asse di baricentro del corpo e allineamento delle quattro linee di spinta imprescindibili nel servizio piatto come esempio generale)
L’asse di baricentro del corpo viene, di fatto, inglobato nell’azione della grande leva, che imprime velocità periferica all’ovale della racchetta, con la perfetta sinergia di tutte e quattro le linee di spinta imprescindibili, rendendo questi colpi delle vere e proprie frustate alla palla e ottenendone un’eccezionale velocità di avanzamento ed eventualmente di rotazione.
- I colpi al volo di diritto e di rovescio vicino alla rete, rispetto ai colpi a rimbalzo, hanno la stessa logica della teoria ma si inverte il senso di moto dell’azione di compensazione e ottimizzazione.
Nella volèe di diritto di un giocatore destro, la seconda e la terza linea di spinta, durante la chiusura del colpo, si muovono in avanti e verso sinistra, mentre l’asse di baricentro del corpo fa l’esatto contrario grazie ad un passo lungo, mosso rapidamente dal giocatore, che si sposta in avanti e verso destra seguendo la prima linea di spinta; nella volée di rovescio l’azione è speculare.
(figura dello spostamento dell’asse di baricentro del corpo ed orientamento delle relative linee di spinta imprescindibili per i colpi giocati al volo di diritto e di rovescio, indicando la corretta posizione dei piedi ed il binario ipotetico)
Le rotazioni.
Si possono imprimere alla palla diversi gradi di velocità di avanzamento e tre tipi di rotazioni differenti; le parabole di volo, a causa dell’effetto Magnus, dipendono oltre che dal tipo anche dalla quantità di rotazione.
Secondo la logica della teoria delle linee di spinta, in relazione ai principi numero quattro e cinque, riguardanti le impugnature, il tipo di rotazione che si imprime alla palla dipende dall’inclinazione della seconda e della terza linea di spinta, rispetto ad un piano orizzontale e al piatto corde in posizione verticale.
L’inclinazione orientata dal basso verso l’alto corrisponde al top-spin, quella orientata dall’alto verso il basso corrisponde al back-spin.
Con un’inclinazione laterale verso uno dei due lati si ottiene la rotazione della palla su di un asse verticale, chiamata slice nel servizio, ma che nel diritto o nel rovescio è comunemente chiamata anche side-spin.
(diagrammi dei tre tipi di rotazione con l’angolazione della seconda e della terza linea di spinta)
(figura della traiettoria di volo della palla ottenuta con un colpo piatto)
(figura della traiettoria di volo della palla ottenuta con un colpo in top-spin)
(figura della traiettoria di volo della palla ottenuta con un colpo in back-spin)
Se l’inclinazione è nulla, con la seconda linea di spinta imprescindibile perfettamente allineata alla terza e alla quarta, si ottiene un colpo piatto, privo di rotazione, trasferendo così il massimo impulso di spinta in avanti e di velocità di avanzamento alla palla.
(diagramma su assi cartesiani del colpo piatto)
E così, seguendo i dettami del quarto e del quinto principio, nel pieno rispetto della logica della teoria delle quattro linee di spinta imprescindibili è possibile ottenere diversi gradi di rotazione con svariate traiettorie ed effetti dinamici sulla palla.
Invece, nella ricerca di un preciso effetto dinamico da trasmettere alla palla, se si crea un conflitto logico tra la teoria delle quattro linee di spinta imprescindibili ed uno dei cinque principi fondamentali, il risultato non è né ottimale né garantito; l’esempio che segue riguarda un errore tecnico del diritto a rimbalzo, molto comune tra gli amatori, e serve a rendere più chiaro questo concetto.
Quando, utilizzando l’impugnatura del diritto in back-spin, si cerca di giocare un colpo piatto o peggio, in top-spin, si hanno notevoli problemi nell’imprimere rotazione verso l’alto alla palla e nell’assegnarle una precisa traiettoria, in particolare durante i cambi di ritmo, che richiedono un’accelerazione rapida del piatto corde verso il punto d’impatto.
Questo perché la linea di spinta del punto di maggiore pressione della mano sull’impugnatura, indicato nel quarto principio, non coincide ed è in conflitto con l’angolazione della seconda linea di spinta imprescindibile, e la mano non può trovare una posizione comoda, forte e naturale durante l’impatto palla-racchetta.
(figura del conflitto tra le due linee)
I numerosi vantaggi che il diritto offre rispetto al rovescio.
Concludo questo capitolo elencando i numerosi vantaggi che il diritto offre rispetto al rovescio:
- un raggio più ampio della “grande leva” dato che l’asse di baricentro del corpo poggia sul piede opposto al lato del braccio-racchetta, durante l’impatto;
(3 figure della grande leva del diritto e del rovescio a una e a due mani con le loro diverse lunghezze)
- lo sfruttamento della muscolatura frontale del corpo, più poderosa, che permette una maggiore accelerazione della velocità periferica del piatto corde;
- la doppia azione dell’ipotenar di fulcro e perno, che consente di dare una frustata in più alla palla, con la flessione passiva del polso, che si ottiene all’inizio dell’azione di chiusura, tramite l’avanzamento rapido della leva braccio-avambraccio, con l’articolazione del polso rilassata, e, alla fine della stessa azione, la distensione attiva dell’articolazione del polso, contemporaneamente alla pronazione e alla rotazione dell’omero;
- la vista frontale del campo che permette di vedere meglio la palla da colpire, il punto in cui farla rimbalzare e il nostro avversario.
Il diritto a rimbalzo è da preferire al rovescio quindi, anche a quello giocato a due mani, perché quest’ultimo rimane comunque svantaggiato riguardo ai punti 1 e 4.
Questi sono i motivi che spingono i professionisti, appena è possibile, ad aggirare la palla con il gioco di gambe, per giocare il diritto invece del rovescio, suggerisco a tutti di fare la stessa cosa.