Capitolo quarto
Principio numero due: “La sinergia speculare”.
Capita spesso di vedere giocatori che riescono ad esprimere un ottimo livello di gioco con il diritto da fondocampo mentre sono tremendamente fallosi con il rovescio.
Le cause di una forte disparità di livello tra i due colpi fondamentali sono spesso dovute al metodo che vede il giocatore addestrare in due fasi distinte il diritto e il rovescio a rimbalzo ignorando il principio di "sinergia speculare" che invece li lega indissolubilmente in un unico gruppo logico.
Questo principio è utile come semplificazione schematica per ottimizzare l'apprendimento e l’allenamento di tutti i colpi praticabili sul campo da tennis riassumendoli in soli tre gruppi logici:
- il diritto e il rovescio giocati a rimbalzo;
- il diritto e il rovescio giocati al volo;
- il servizio e lo smash.
Il principio della "sinergia speculare" si può comprendere facilmente associando il termine “sinergia” al principio di "azione sinergica del giocatore con effetto dinamico sulla palla" esposto nel capitolo precedente, mentre l’aggettivo "speculare" significa l'immagine dell'azione sinergica stessa riflessa da uno specchio.
Seguire i dettami di questo principio significa applicare alla nostra destra e alla nostra sinistra gli stessi principi, che si giochi a una o a due mani.
Fanno eccezione, ovviamente, il servizio e lo smash, colpi giocati dall'alto con il braccio disteso e la mano sopra la testa.
Un esempio emblematico è quello del giocatore invisibile, con una tecnica di gioco perfetta, che esegue un diritto e un rovescio a rimbalzo, in risposta a due palle che arrivano con identica velocità, traiettoria e rotazione, nell’intento di giocare due colpi con lo stesso effetto dinamico sulla palla.
L'azione sinergica del suo corpo è invisibile e vediamo solo la racchetta che volteggia nell'aria; è facile notare la specularità dei due movimenti nell’avanzamento della racchetta verso il punto di impatto con la palla ed è difficile capire quale sia il diritto e quale il rovescio non sapendo con quale mano impugna la racchetta.
Il tragitto che la racchetta deve percorrere nell'aria, nel movimento che la porta a colpire la palla, per imprimerle uno specifico effetto dinamico, è dello stesso tipo, sia per il diritto sia per il rovescio.
Dovremo quindi sottometterci alla ragione e plasmare la nostra gestualità tecnica e le nostre impugnature per metterle al servizio della racchetta.
Possiamo identificare tre fasi ben distinte del movimento della racchetta nell'aria:
- apertura o preparazione;
- chiusura o movimento a colpire;
- finale.
La prima fase è l'unica che possiamo personalizzare e che può presentare qualche differenza nella specularità.
Nel diritto a rimbalzo, a differenza del rovescio, la punta della racchetta ha bisogno della rotazione di braccio e avambraccio, oltre a quella delle spalle, per essere portata dietro al corpo.
Questo, in base alla personalizzazione del giocatore, ne altera la specularità del movimento nell'aria.
La seconda fase è decisiva per il buon esito del colpo e aderisce pienamente al principio della sinergia speculare.
La terza fase non è altro che il prolungamento e la conseguenza della seconda; il veloce movimento del braccio e della racchetta si esaurisce nel finale con una azione di inerzia.
Questo principio permette di ottenere, in modo naturale, un livello equivalente tra i colpi giocati alla nostra destra e alla nostra sinistra con il forte vantaggio di riuscire a tenerli sempre "in palla" (tenere i colpi in palla significa esprimere un’ottima qualità dei colpi giocati) indipendentemente dal fatto di essere destri o mancini.