Capitolo quinto
Principio numero tre: “Impattare la palla nella zona di massima forza e massima sensibilità”.
Un giocatore stanco ha minore energia, lucidità, capacità di coordinazione dei movimenti e trova difficoltà a “sentire il corpo” aumentando la sua percentuale di errori gratuiti.
Le affermazioni "non sento più le gambe" e "non sento più il braccio" significano che la diminuzione della forza corrisponde alla perdita di sensibilità ed è come dire "addio al tocco di palla".
Dopo queste considerazioni analizziamo il significato della parola "comfort" in relazione al tema trattato in questo capitolo.
La parola “comfort" ci porta a pensare ad una comoda poltrona oppure al comodo sedile di un’automobile; allontaniamo così il nostro pensiero dal concetto di forza o di sforzo e, se trasferiamo il tutto sul campo da tennis, probabilmente pensiamo ad "un comodo colpo di diritto".
Ne possiamo dedurre che giocare un colpo sfruttando movimenti comodi e naturali aumenta il comfort di gioco e il grado di sensibilità.
Un corretto gioco di gambe permette di avvicinarsi alla palla da colpire, posizionando correttamente i piedi, mantenendo saldo l’equilibrio e rendendo agevole e confortevole l'esecuzione dell'azione sinergica del giocatore.
Il gioco di gambe è importante tanto quanto quello del braccio ma l'aspetto essenziale per ottenere la massima sensibilità e "tocco di palla" riguarda l’impugnatura.
Impugnare correttamente la racchetta dona alla mano una posizione comoda, naturale, forte e sensibile al momento dell'impatto palla-racchetta che deve sempre e comunque avvenire nella “zona di massima forza e massima sensibilità”.
Esiste più di un tipo d’impugnatura per il diritto a rimbalzo così come per gli altri colpi ognuna ottimale per un'azione sinergica del giocatore espressa su una precisa " linea di spinta”.
La “zona di massima forza e massima sensibilità" si trova nell’area di fronte al giocatore e sul lato corrispondente alla mano che impugna; semplicemente di fronte per i colpi bimani.
Qualunque colpo si stia giocando è in questa zona che dovranno trovarsi la mano e la racchetta al momento del contatto con la palla; l'altezza del punto di impatto è l'unico elemento variabile.
(3 figure della "zona di massima forza e massima sensibilità" diritto e rovescio a una e a due mani per destri con angolazione ottimale del braccio rispetto al corpo di 45 gradi a destra e in avanti)
La massima forza che esercitiamo e la possibilità di raggiungere la massima velocità di avanzamento dell’ovale della racchetta ci permettono di giocare colpi potenti con una forte azione dinamica sulla palla; mentre la massima sensibilità ci permette di ottenere una precisa traiettoria e parabola di volo della stessa.
Riassumiamo schematicamente i quattro elementi che con la loro simultaneità, al momento dell'impatto racchetta-palla, permettono al giocatore di esprimere pienamente le sue potenzialità:
- massima espressione dell'azione sinergica, che agisce su
- una precisa linea di spinta e porta mano e racchetta a colpire con
- un'impugnatura comoda, forte e naturale nella
- "zona di massima forza e massima sensibilità”.
Colpire la palla prima che si sia raggiunta, con la mano e con la racchetta, la zona di massima forza e massima sensibilità causa una minore efficacia nell’azione sinergica del giocatore e una conseguente minor efficacia nei confronti dell’effetto dinamico sulla palla.
Colpire la palla quando si è già superata questa zona ottimale d’impatto, con l'azione sinergica del giocatore in esaurimento, porta ad una minore efficacia nei confronti dell’effetto dinamico sulla palla e al venir meno della posizione comoda e naturale della mano.